
Sembrano tramontati quindi i tempi romantici in cui ad attribuire le decorazioni erano direttamente gli incaricati delle singole amministrazioni dello Stato che, con orgoglio e magari alla presenza del reparto schierato, appuntavano al petto del meritevole la luccicante medaglia, simbolo di riconoscimento della comunità per le opere meritorie ed eroiche prestate nei confronti delle sfortunate vittime di una calamità naturale. Il tam tam è iniziato, come sempre, su facebook dove gli inferociti frequentatori del social network stentano a credere ai documenti che gli sono stati recapitati. Scrive Guido: “l’onorificienza deve essere assegnata esclusivamente a colui che la merita, non a chi ha i soldi per potersela permettere” e rincara “i Vigili del Fuoco hanno uno stipendio che non li rende certo ricchi. Figuriamoci se possono sprecare 130 euro per avere una medaglia che così non ha valore”. Gli fa eco Alessandro che scrive “Non ho parole per descrivere il mio disappunto!! La benemerenza anziché essere il giusto attestato di onorificenza verso coloro che si sono sacrificati per portare il dovuto soccorso alle popolazioni colpite dalle calamità, sembra essere diventata un privilegio. Ma stiamo scherzando?! Lo stato dovrebbe essere fiero dei suoi servitori in divisa, che meriterebbero una medaglia solo per il sacrificio giornaliero di rischiare la vita a beneficio della collettività. “
Insomma, non l’hanno certa presa bene i servitori dello Stato che indossano un’uniforme che considerano un vero e proprio affronto l’idea di doversi pagare, anche se costasse solo pochi centesimi, una benemerenza da appuntarsi alla giacca. Oltretutto, si legge sempre nel sito internet Benemerenze.it, “E’ possibile acquistare le insegne anche senza aver ricevuto l’attestato”, frase riferita con tutta probabilità ai collezionisti che possono, tramite un modulo d’ordine scaricabile online, acquistare comodamente quelle medaglie, nastrini e rosette che le migliaia di servitori dello Stato magari non possono permettersi a causa dei magri stipendi che passa il convento.
Ma c’è di più. Abbiamo notato che, dopo aver fatto una semplice ricerca nominativa all’interno del database del sito, è possibile avviare la procedura di acquisto – che ci mostra fra l’altro anche l’anagrafica del beneficiario completa di codice fiscale – e ci domandiamo: cosa succederebbe se volessimo fare uno scherzo di cattivo gusto ad un nostro collega? Si perchè vedete, se ne conoscessimo l’indirizzo postale protremmo tranquillamente inserirlo nel form e fare clic sul pulsante “Conferma ordine”. A quel punto l’oggetto dei nostri lazzi si vedrebbe recapitare l’indesiderato cofanetto con allegata richiesta di pagamento?
Ma a parte tutte le considerazioni, sinceramente a noi tutto questo “mercato”, ancorchè lecito ed autorizzato dalle autorità preposte, non piace assolutamente. Possibile che lo Stato e le Istituzioni non possano permettersi di decorare le migliaia di servitori in uniforme che rischiano la vita per salvarne delle altre? Oppure queste sono le prime avvisaglie delle tanto declamate privatizzazioni degli enti pubblici?Aggiungi un commento